Visita al Museo Nazionale Svizzero di Zurigo

I posti disponibili per questa interessante ed ambita visita sono letteralmente andati a ruba e nel giro di pochissimi giorni abbiamo raggiunto il massimo di 30 iscritti consentitoci dal Landesmuseum per l’esclusiva visita accompagnata dalla direttrice del museo, la Ticinese Denise Tonella.

Denise è direttrice dalla primavera del 2021 del Museo Nazionale Svizzero, istituzione che oltre al Landesmuseum di Zurigo comprende il Forum della storia Svizzera a Svitto, il Castello di Prangins e il Centro delle Collezioni a Affoltern am Albis. Nata ad Airolo, laureata in storia e antropologia culturale all'Università di Basilea, Denise lavora già dal 2010 per il Museo nazionale e dal 2014 come curatrice e organizzatrice di mostre.

E così, puntuali all’ora di apertura del museo, la padrona di casa ci ha accolto affettuosamente, con quel calore Ticinese che ben conosciamo e tanto apprezziamo, ed entrando quindi ben presto in perfetta sintonia con il nostro bel gruppo ci ha mostrato alcuni dei tesori del suo maestoso museo.

La sua abilità nel trasmetterci le sue nutrite conoscenze, limitandosi e focalizzando solo su alcuni dei più rappresentativi tra gli innumerevoli reperti esposti nell’imponente museo (basti pensare che la collezione del museo comprende ca. 900’000 oggetti) sono state la ricetta perfetta per tenere costantemente accesa la nostra attenzione e curiosità per ben due ora di vista.

Ogni stazione, scelta con cura da Denise, ci è stata spiegata con parole semplici, ben comprensibili a tutti e con tanta percettibile passione. E così abbiamo per esempio compreso meglio il ciclo in sette scene raffigurante episodi della leggenda dei santi patroni della città di Zurigo Felice, Regula ed Essuperanzio: i due fratelli e il loro amico che furono perseguitati a causa della loro fede cristiana, arrestati a Zurigo, e per finire torturati e decapitati. Oppure la famosa coppa in oro di Zurigo-Altstetten, la pesante coppa d’oro massiccio, con un visibile foro provocato dal piccone durante gli scavi, che è stata sepolta da una comunità contadina, probabilmente come offerta agli dei per garantire la fertilità nel suolo. Per non parlare dei nostri passaporti svizzeri, che forse non tutti si ricordavano che fino al 1848 in Svizzera esisteva solo la cittadinanza cantonale. Un cittadino di Glarona che si spostava a Zurigo era quindi considerato uno straniero. Il passaporto svizzero unitario è stato infatti introdotto solo dal 1915… E moltissime altre interessanti informazioni…

Nell’ultima mezz’ora abbiamo poi potuto sperimentare un’esposizione molto particolare dedicata al patrimonio culturale immateriale dal titolo “Esperienze della Svizzera - Italianità”. L’esposizione di tipo “immateriale” consiste di dieci testimoni diretti che raccontano, attraverso proiezioni video, cosa significa per loro il concetto di italianità. Tra loro c’erano ex-lavoratori stagionali, cittadini ticinesi, una frontaliera, ma anche persone che sono immigrate di recente, nonché una rappresentante di un’ex colonia italiana. Un innovativo metodo di esporre testimonianze e quindi “non-oggetti” molto interessante ed accattivante! …

E dopo cotanto cibo per la mente, non poteva certo mancare il cibo per il nostro pancino affamato e così accompagnati dalla simpatica Denise ci siamo spostati tutti insieme alla popolare Commihalle per un delizioso pranzetto in allegra compagnia.